SANTA MARIA NOVELLA STORIA – OTTAVA PARTE

Le Cappelle (della Pura – Rucellai – Bardi)

Cappella della Pura. Alcuni fatti prodigiosi attribuiti ad una Madonna dipinta in  uno degli avelli del cimitero, a destra della chiesa, diedero origine alla cappella della Madonna della Purità, detta volgarmente della Pura.

L’avello in questione è l’ultimo sulla fiancata della chiesa e i fatti si sarebbero verificati nel 1472. Nel 1474 la comunità di Santa Maria Novella fece un regolare contratto con la famiglia Ricasoli, a cui veniva concesso un pezzo di terreno del cimitero per la costruzione di una cappella in onore della Beata Vergine, sotto il titolo della Beatissima Vergine della Purità.

Vi si accede dalla navata destra della chiesa, da quando è stato chiuso il passaggio da via degli Avelli. Essa è composta da due parti, cioè dalla cappella piccola, la vera cappella della Madonna, a mo’ di tempietto, e quella grande, ossia tutto il resto del vano, fatto costruire dai Ricasoli e rimaneggiato dal Baccani nel 1841. A sinistra, entrando, a ridosso del muro della chiesa dove era l’avello con l’affresco della Madonna prodigiosa, vi è la cappella piccola con gli ornamenti in marmo (pilastri con alto basamento rettangolare, con scolpiti vimini intrecciati e capitelli dorici, altare, balaustra e soffitto con quattro cassettoni).
Sull’altare Vergine che allatta il Bambino con S. Caterina d’Alessandria e figura del committente, di scuola toscana della seconda metà del secolo XIV. Gli altri pilastri della cappella sono in stucco. Sopra l’altare della parete di fondo Crocifisso gotico-doloroso, opera in legno dipinto di cultura anglosassone (sec. XIII-XIV):

Cappella Rucellai. Sul lato destro del transetto, rialzata rispetto al pavimento della chiesa, c’è la cappella Rucellai, dedicata a S. Caterina d’Alessandria, costruita tra gli anni 1320-1330. Ai lati dell’altare due monofore e sulla parete destra una bifora cieca. Gli affreschi, scoperti recentemente, sono della seconda metà del ‘300. Sulla’altare, dove dal 1600 si trovava la Madonna in trono (1285) di Duccio da Boninsegna (ora esposta alla Galleria degli Uffizi), nel 1955 fu collocata la statua della Madonna con Bambino di Nino Pisano, già sul sarcofago di fra Aldobrandino Cavalcanti, che si trova sulla parete del transetto.

Dinanzi all’altare Lastra tombale di di fra Leonardo Dati, maestro generale dei domenicani (+1425), realizzata in bronzo, con la figura giacente del defunto, da Lorenzo Ghiberti (1427). Sulla parete sinistra Martirio di S. Caterina d’Alessandria, tavola di Giuliano Bugiardini (aiutato, secondo Vasari, dal suo maestro Michelangelo e dal Tribolo).

Cappella Bardi. Sulla parete di fondo, cominciando da destra, la prima cappella, dedicata a S. Giorgio, apparteneva in origine alla Società dei Laudesi di S. Maria Novella. Nel 1333 fu ceduta a Riccardo de’ Bardi, che la fece affrescare con le storie della vita del grande Papa. Rimaneggiata successivamente, fu dedicata a S. Domenico e poi alla Madonna del Rosario.

La tavola che si trova sull’altare con la Madonna e i misteri del Rosario è di Giorgio Vasari (1570). Le pitture della volta sono di Pietro Dandini. Sul principio di questo secolo sono tornati alla luce gli antichi affreschi attribuiti a Dalmasio (1340-1370?).

L’altare con il magnifico paliotto di marmi intarsiati, fu acquistato dal convento nel 1786 dalla soppressa congregazione di Maria. Il cancello in ferro battuto dell’ingresso è del secolo XVII. Sul pilastro destro, bassorilievo in pietra con Riccardi de’ Bardi inginocchiato davanti a S. Gregorio (sec. XIV).