SANTA MARIA NOVELLA STORIA – DODICESIMA PARTE

I Chiostri

A sinistra della chiesa, da un cancello o da un’antica porta, detta “del martello”, si accede ad un piccolo cortile dove si trovano gli ingressi del convento e dei chiostri.
L’arco a sinistra con portale di pietra, nella cui lunetta è dipinto l’abbraccio tra S. Domenico e S. Francesco, immette in un chiostro rinascimentale dei primi del ‘500, fatto erigere da fra Alessandro Luchini, priore del convento (+1532). In fondo a questo chiostro, nell’angolo a destra, si può ammirare un grazioso chiostrino quattrocentesco, antistante l’antico refettorio, dovuto al mecenatismo di fra Leonardo Dati, maestro generale dei domenicani.

Il “primo chiostro”, detto chiostro verde. 

Sul lato settentrionale del chiostro verde si trova l’ingresso della sala del capitolo, chiamata cappellone degli spagnoli da quando (1566) venne concessa ad Eleonora di Toledo, moglie del Granduca Cosimo I, come luogo di culto per la colonia spagnola di Firenze. All’esterno si può ammirare il bel portale di pietra, sul cui architrave sono scolpiti il Martirio di S. Pietro da Verona e l’Arme della famiglia Guidalotti.
L’aula, su pianta quadrangolare, con piccola abside ed altare (dedicato all’Eucarestia), poggia la sua ampia volta a crociera su quattro bassi pilastri d’angolo.

Il Guidalotti volle che le pareti e le vele della volta fossero tutte affrescate. Per questo, morendo (1355), lasciò 325 fiorini d’oro. Ma solo un decennio dopo il priore fra Zanobi de’ Guasconi provvide a dare esecuzione alla volontà del generoso Mico (o Buonamico), affidando il compito ad Andrea di Bonaiuto da Firenze.

L’idea generale illustrata dalle scene dipinte dall’artista (1365-1367) nelle pareti della volta è questa: Cristo, Redentore dell’umanità (parete di fondo: Passione e Resurrezione di Cristo) largisce la sua grazia (parete di destra: Chiesa militante e Chiesa trionfante) e la sua dottrina (parete di sinistra: trionfo della dottrina cattolica personificata in S. Tommaso d’Aquino) mediante la chiesa, nella quale e per la quale l’Ordine domenicano svolge la sua attività.

Sulla parete d’ingresso Andrea di Bonaiuto aveva illustrato la predicazione coraggiosa fino al martirio di S. Pietro da Verona (1200-1252).
Su questa parete, dopo che il capitolo divenne cappella della colonia spagnola di Firenze, fu costruita una grande tribuna, corrispondente a una loggia superiore eretta su tutto il lato settentrionale del chiostro, per cui gran parte degli affreschi venne distrutta.
Rimangono solo alcuni frammenti della vita del santo. Sulla vela della volta corrispondente a questa parete si ammira l’Ascensione di Gesù al cielo, che conclude il ciclo.

Gli affreschi dell’abside furono realizzati da Bernardino Barbatelli, detto Poccetti quando la sala fu destinata alle funzioni religiose degli spagnoli.